Mr Gaga è un bellissimo film. Racconta di Ohad Naharin, uno dei coreografi più affascinanti e innovativi della scena contemporanea.
Ne ho sentito parlare per la prima volta un paio di anni fa, quando a Doc at Work, il laboratorio dei progetti del Festival dei Popoli, era ancora un work in progress.
Adesso che dal retroscena arriva alla ribalta e apre il Festival dei Popoli il prossimo venerdì 27 novembre, ho intervistato, per il magazine Danza&Danza, il regista del film, il celebre documentarista israeliano Tomer Heymann, ho visto il film in anteprima, e non vedo l’ora di rivederlo venerdì prossimo.
Una volta un amico documentarista mi ha detto: “ se vuoi fare davvero fare un film, devi esser pronto a cambiare la vita, a farti cambiare la vita.”. Per quanto esagerata e romantica appaia, questa frase e nasconde dentro di sé molta verità. Se non altro perché quando ci si trova davanti a storie raccontate per un’urgenza autentica è difficile restare indifferenti.
L’incontro con Ohad Nahrin e il suo mondo ha sicuramente travolto la vita del regista, che per anni ha lottato per realizzare questo film. Anche l’attrice israeliana Natalie Portman, che ha fatto lezione con lui per interpretare de “Il Cigno Nero” si è spesa per “Mr Gaga”, diventato ‘il volto’ della campagna di crowdfunding realizzata su Kickstarter per chiudere il budget.
Amo la danza e sicuramente sono di parte, ciononostante questo film merita e (spero che) avrà un pubblico più vasto degli appassionati, perché parla molto di fedeltà a se stessi e di istinto animale, molto poco di sogno, ed è proprio per questo che è un film che fa sognare
“Non mi ricordo mai di aver immaginato di essere un ballerino o un coreografo, ma di essere sempre stato il ballerino all’interno della mia famiglia, o della mia classe. Il piacere della danza era nel presente.” dice Naharin. E’ buffo rendersi conto di quanto per un artista così poderoso, dotato di una forza creativa che ispira e trascina, la danza non sia mai stata collocata nella dimensione del sogno. E d’altra parte non può essere che così, la danza è corpo, forza di gravità, istinto animale.
Il paragone con la propria parte animale corre lungo tutto il film: la madre lo accosta al gatto di Alice nel paese delle meraviglie, lui dice che Martha Graham si ‘innamorò’ di lui perché le ricordava Robert Powell, che danzava come un gatto. “E’ una fortuna che abbia iniziato a allenarmi a 22 anni, perché a quel punto ero molto più connesso con l’animale che sono”
E ancora: “il linguaggio Gaga, si basa sulla necessità di ascoltare il nostro corpo prima di dirgli cosa fare”, ricorda Naharin, che definisce poi la gravità come “una delle forze più importanti che permettono alla danza di esistere”.
Questo film ci parla della danza e della vita: per ben danzare, per ben vivere, e in generale per arrivare in alto, bisogna partire molto in basso.